Marzo 29, 2024

Camilla Rolon

Istituto Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe – Delegazione Italiana –

SAN GIUSEPPE, MODELLO DI FIDUCIA NELLA PROVIDENZA

SAN GIUSEPPE, MODELLO DI FIDUCIA NELLA PROVIDENZA

 «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». (Mt 8,20)

Difendere la vita, ospitare, accogliere, proteggere:

-MARIA

“Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa (Matteo 1,19-25).

Quando l’Angelo è apparso in sogno a San Giuseppe e gli ha detto la verità sul bambino che Maria portava nel suo grembo, immediatamente e senza fare domande o mormorare, ha preso Maria come sua moglie.

-GESÙ

“Non è il figlio di Giuseppe?” (Lc. 4.23).

“Il figlio fa quello che vede fare suo padre” (Gv. 5,19). “Figlio mio, mantieni le mie parole e conserva i miei precetti con te. Osserva i miei insegnamenti e vivrai, possano i miei precetti essere come la pupilla dei tuoi occhi ”(Prov. 7, 1-2).

Giuseppe, una volta assunto il ruolo di sposo di Maria e collaboratore di Dio, in un progetto che non cercava di comprendere, ma sapeva che era per salvare il suo popolo,  essendo uomo giusto, ha compiuto pienamente i doveri che la legge gli assegnava  sulla sua “paternità”: (lev. 12,8) circoncidere suo figlio, salvarlo, istruirlo nella Torah e in un mestiere. Giuseppe aveva la missione di insegnare a Dio ad essere uomo. E la Sacra Scrittura mostra che adempì bene quel compito divino perché suo figlio “obbedendo ai suoi genitori, crebbe in sapienza, età e grazia, sia davanti a Dio che davanti agli uomini” (Luca 2, 51-52).

Insegnare a essere uomo: un compito nobile che Giuseppe condivise anche con Maria. Il nucleo familiare era la scuola religiosa, sociale e culturale di Gesù.

Sappiamo che Giuseppe amava il Signore Gesù. La sua prima preoccupazione era la sicurezza del bambino che gli era stato affidato. Quando l’Angelo gli appare di nuovo nei suoi sogni, questa volta informandolo che la sua famiglia era in pericolo, ha immediatamente lasciato tutto ciò che possedeva, la sua famiglia e gli amici ed è fuggito in un paese sconosciuto con la giovane moglie e il figlio. Ha aspettato in Egitto senza mettere in discussione la volontà di Dio fino a quando l’Angelo del Signore gli ha indicato che era al sicuro per ritornare (Matteo 2: 13-23).

Non solo lasciò la sua casa per proteggere il Signore, ma al suo ritorno si stabilì fuori di Nazareth  avendo paura per la sua vita. È anche indicato nelle Scritture che quando Gesù si perse nel Tempio, Giuseppe insieme a Maria lo cercò con grande ansietà per tre giorni (Luca 2:48). Sappiamo  che Giuseppe trattava Gesù come suo figlio, infatti, la gente di Nazaret ripeteva: “Non è  forse il figlio di Giuseppe?” (Luca 4,22).